Nepi – Cosa bolle in pentola? Scopriamolo insieme!
Abbiamo intervistato lo chef Andrea Lo Cicero, ex rugbista della squadra nazionale italiana. Ha 48 anni ed è da diversi anni che si
Ex atleta professionista, per 15 anni è stato nella squadra rugbista della nazionale italiana, ha vinto 4 coppe del mondo. Messo da parte il mondo dello sport, Lo Cicero si è dedicato all’arte culinaria. Lavora in televisione in diversi programmi nelle vesti di conduttore.
Ha lavorato per Sky, Mediaset e Rai Uno. Svolge il ruolo di formatore aziendale, testimonial di alcune aziende del food e non solo. Fin dalla giovane età si è dedicato al volontariato ed è stato al fianco di diverse associazioni che si occupano delle persone più fragili e sfortunate. Ambasciatore Unicef, si occupa dei giovani, collabora con l’AIRC, l’Associazione Nazionale Persone down e altre realtà che si occupano di bambini con spettro autistico.
Andrea Lo Cicero ha avviato una carriera nel settore della ristorazione. La sua forte passione per il cibo, per il piacere di cucinare e per l’arte culinaria, l’ha spinto ad avventurarsi con Gambero Rosso per Quattro programmi in cucina. Ha ideato e progettato delle scuole di cucina per ragazzi, una a Palermo (in Sicilia) e una sarà a Nepi, nella Tuscia, all’Acquedotto Polo-Culturale del borgo.
Il corso di cucina che lo chef Andrea Lo Cicero ha in mente, è un progetto più ampio di una serie di lezioni sul cibo. È aperto a tutti coloro che sono interessati a cimentarsi nel mondo culinario e in più sarà un’opportunità per alcuni ragazzi speciali della Cooperativa Sociale Gea di potersi sentire integrati in un contesto specifico come quello della ristorazione.
“Avere dei ragazzi con difficoltà nel mio laboratorio di cucina. Integrarli in un gruppo di lavoro – ha detto Lo Cicero -, sarebbe bellissimo dal punto di vista sociale, umano. Sono dell’idea che si sta bene in cucina se si collabora, se si condividono le stesse idee. In questi anni di esperienza, ho notato che molte persone hanno un comportamento poco empatico e poco sensibile nei confronti di chi è stato meno fortunato. Un progetto del genere, mi auguro che possa aiutare ad avere persone che, grazie alla cucina, conoscono nuove realtà. E questi ragazzi sono nuove realtà. Inserirli nello stesso gruppo di lavoro ci può dar la possibilità di sostenerli e noi capire ancora di più quanto possiamo sensibilizzarci a riguardo”.
Lo scopo di questo tipo di progetti non è solo integrare e includere ragazzi con difficoltà in realtà definibili “normali”, ma è un metodo per stimolarli ad apprendere più nozioni possibili sulla cucina, sullo sport, su ciò che il laboratorio, corso o quel che sia, si basa. “L’idea – spiega Lo Cicero -, è di renderli il più autonomi possibili e renderli quanto più vicini a una situazione normale”.
“Mi piacerebbe che in un contesto come quello de “Il pranzo è servito da Gea!” all’Acquedotto Polo-Culturale, si possa creare un qualcosa di nuovo e innovativo. I ragazzi della Gea, per esempio, quando lavorano la domenica, guadagnano un minimo in denaro e si sentono integrati, soddisfatti e stimolati. Questi ragazzi, una volta che vivono il quotidiano come tutti, riescono a percepire, capire, emulare una situazione diversa dalla realtà che vivono ora. Una volta che si affacciano su un mondo di totale libertà dove si sentono integrati, vivere per loro è molto più semplice, invece di fargli vivere delle angosce o non farli sentire accettati. Durante un progetto di cucina, alcuni ragazzi mi hanno confidato di non essersi sentiti soli e si sono sentiti parte di qualcosa per la prima volta nella loro vita”.
“Come dico sempre, per riempire un vaso, la goccia deve essere costante. Se il nostro progetto, il primo nel Lazio di questo genere, servirà a mostrare quello che può nascere da un piccolo paese come Nepi, nella Tuscia, potremo diventare un punto di riferimento in zona e oltre”.
Il corso di cucina è un progetto ad ampio spettro con diversi moduli livello base.
Il primo modulo sarà sul conoscere i vari tipi di farine e utilizzarle per preparare le paste. Insegneremo ai partecipanti come stenderla, come creare e preparare alcuni tipi di pasta. Si partirà dai tipi di pasta tradizionali per poi procedere all’invenzione di nuovi tipi.
Una volta imparato a “mettere le mani in pasta”, si cucinerà e infine si degusteranno i piatti tutti insieme. Cercheremo di insegnarli le ricette basi in modo che possano riprodurle anche a casa ed essere autonomi nella preparazione di piatti base: dalla pasta, alla carne, al pesce e infine i dolci.
“Da questi progetti, non mi aspetto mai niente. Sicuramente quel che faccio, lo faccio senza aspettative, lo faccio perché lo sento. Mi auguro che le altre persone abbiano la stessa sensibilità di fare un percorso diverso e a scopo benefico per l’integrazione dei ragazzi. Mi aspetto solo divertimento e trascorrere del tempo insieme in spensieratezza e condivisione”.
Lo chef Alessandro Ripanelli di Revolution Lab di Castel Sant’Elia affiancherà Lo Cicero in questo nuovo percorso formativo.
Ringraziamo lo chef Andrea Lo Cicero per averci dato la possibilità di ascoltarlo e per scoprire di più sul progetto prossimo a partire nella Tuscia.