Maria Elena Mannino, agronoma ed esperta di biodiversità animale e vegetale, è una professionista del settore agricolo e zootecnico a 360°. In Gea è un’educatrice professionale e porta avanti il progetto “Radichiamoci” mettendo in campo tutte le sue numerose competenze.
Se dovessimo descrivere Maria Elena con un aggettivo sarebbe di certo “libera”. Ogni volta che andiamo a trovarla al “Crocevia” di Nepi la troviamo immersa nei campi o alle prese con l’orto, fiera delle sue mani sporche di terra e dei suoi ricci scapigliati dal vento. Di certo non la troveremo mai con le mani in mano o dietro ad una scrivania. Davanti al PC, come dice lei, ci sta solo per pianificare il suo programma di attività all’aria aperta e in mezzo alla natura, la sua “postazione” per antonomasia.
CHI SEI?
Sono Maria Elena, mi sono laureata alla Facoltà di Agraria dell’Università di Perugia nel settore zootecnico, un percorso di studi a metà tra agraria e veterinaria. Per passione mi sono poi addentrata nello studio della flora spontanea, affascinata dalla biodiversità sia animale che vegetale, collaborando anche con l’Agenzia Regionale di Sviluppo Agricolo. Ho studiato anche la canestreria e tutto ciò che gira attorno all’agricoltura propriamente detta, portando avanti anche l’aspetto divulgativo. Con gli animali invece mi sono specializzata negli interventi assistiti, e da qui nasce la fattoria sociale “Roncaglia”, dove porto avanti questo tipo di attività, in particolar modo con gli asini. Questo luogo è stato proprio il ponte di contatto con la Cooperativa Gea, attraverso attività educative e di socializzazione in natura.
In Gea ricopro il ruolo di educatore professionale e sono nell’équipe del Crocevia. Nasce qui, in questo luogo così ricco di potenzialità, il progetto “Radichiamoci” per l’inclusione sociale di utenti con disabilità. Il legame con la natura e con gli animali è radicato nella mia famiglia e nelle mie origini, mio padre è nato agricoltore ed è un professionista del settore agricolo. Questo legame con la terra e con l’agricolrura contadina me lo porto dietro da sempre nella vita come nel lavoro.
COS E’ IL PROGETTO “RADICHIAMOCI”?
Si tratta di un progetto che coniuga moltissimi aspetti, strutturato in laboratori finalizzati alla socializzazione, all’acquisizione di autonomia e competenze di base in diversi settori: agricoltura, alimentazione, orticoltura e artigianato. “Radichiamoci” nasce sulla potenzialità di un luogo che offre non solo la possibilità di sviluppare attività agricole, florovivaistiche, di orticoltura, ma anche percorsi legati all’autonomia abitativa e alle buone pratiche ambientali. Un progetto che unisce la parte laboratoriale a quella divulgativa, con un coinvolgimento a 360° degli utenti, i ragazzi del progetto di autonomia abitativa “Dopo di Noi” e del CSE “Piero Carletti” di Nepi.
QUALI SONO I BENEFICI DI QUESTE ATTIVITA’?
Le attività in campagna, che siano di produzione agricola o di allevamento, creano un livello di serenità e benessere innegabile, grazie anche al lavoro fisico che questi lavori comportano. Stancarsi fisicamente rigenera la mente, e sia la pianta che l’animale restituiscono un ritorno tangibile in termini di soddisfazione. Tutto questo crea relazione, sia con l’elemento naturale che tra i componenti del gruppo e anche i sensi vengono sollecitati diversamente grazie alla sperimentazione. Un substrato molto fertile per l’inclusione, la collaborazione, la scoperta di nuove capacità e attitudini.
CHE BILANCIO FARESTI DI QUESTO PRIMO PERIODO DI “RADICHIAMOCI”?
I ragazzi hanno iniziato le attività subito dopo Pasqua ed il primo riscontro è assolutamente positivo. Un grande entusiasmo, partecipazione e curiosità per il nuovo, nonché per questo luogo, nel quale ci si sente già a casa nonostante il breve periodo. Le attività in programma sono molte e sicuramente con la bella stagione potranno essere sviluppate in tutte le loro potenzialità. Ora siamo nella fase ancora preliminare, nella quale stanno emergendo le attitudini di ognuno, il grado di partecipazione e di collaborazione con l’altro, gli interessi.
Le criticità non sono ancora emerse nella totalità, quelle rilevate riguardano il lavoro di squadra, non sempre facile da portare avanti. Ma la collaborazione è proprio uno degli elementi che questo progetto intende promuovere e si coltiva con il tempo e l’esperienza. Altre difficoltà sono legate alle tempistiche della natura, alla quale il gruppo deve necessariamente adattarsi per ottenere dei risultati.
QUALI SONO LE FINALITA’ DEL PROGETTO?
Non mi piace parlare di terapia o attività terapeutiche, perché questo termine crea una serie di aspettative di risoluzione di un problema. Preferisco parlare di socializzazione ed educazione attraverso la natura. Non sono un terapeuta, ma solo un accompagnatore lungo un percorso che intende tirar fuori quello che c’è in ognuno, e che non riesce ad emergere per qualsiasi motivo. Le finalità non sono quindi assistenzialiste e non ci sono “cure”, ma solo un accompagno verso nuove potenzialità.
Inoltre, siamo tutti in forte “deficit di natura”. Questo progetto è una vera e propria boccata d’ossigeno, rigenerante sotto tutti i profili e ne stiamo traendo beneficio sia noi operatori sia i ragazzi coinvolti.
COSA AMI DEL TUO LAVORO?
La prima cosa che mi viene in mente è la libertà. Libertà di esprimere le mie potenzialità e quelle degli altri attraverso ciò che amo fare. Libertà di poter mostrare tutto il bello del settore agroalimentare e animale, un vero e proprio serbatoio di scoperte. Tutto questo mi rende viva e libera.
a cura di Cristina Casini
Ufficio Stampa e Comunicazione
Cooperativa Sociale Gea